La commedia all'italiana assunse in modo sempre maggiore un nuovo aspetto che l'allontanò da quello che fu inizialmente. I tempi erano cambiati e ci fu la necessità di esprimersi in maniera differente, forse più cupa, ma che favorì la nascita di film come BIANCO, ROSSO E... (Alberto Lattuada, 1972) diretto a far capire ai cittadini il loro potere, L'UDIENZA (Marco Ferreri, 1972) critica rivolta al vaticano, PER GRAZIA RICEVUTA (1971) anticlericale opera prima di Nino Manfredi, LA PECORA NERA (Luciano Salce, 1968).
Vi fu un'onda di registi che cercarono di far politica facendo ridere, ma non ottennero i risultati attesi. Solo i film puramente politici riscossero successo: LO SCOPONE SCIENTIFICO (Luigi Comencini, 1972) a tratti neorealista ha un sapore di favola che non cade nel cinema impegnato ma sa giustamente denunciare il terrorismo, la lotta tra ricchi e poveri, PANE E CIOCCOLATA (Franco Brusati, 1973) che tratta dell'emigrazione italiana in Svizzera con surrealismo e graffiante satira, l'amaro CAFE' EXPRESS (Nanni Loy, 1980), il cinico BRUTTI SPORCHI E CATTIVI (Ettore Scola, 1976) che sviluppandosi nella povertà della periferia romana trova le sue parti più toccanti e veritiere nei volti delle persone.
Con la scomparsa di attori comici come Totò, Franco e Ciccio la commedia si fece sempre più spinta fino ad esasperarsi in menage a trois STRAZIAMI MA DI BACI
SAZIAMI (Dino Risi, 1968) che ha molto in comune con il capolavoro tragicomico DRAMMA DELLA GELOSIA - TUTTI I PARTICOLARI IN CRONACA (Ettore Scola, 1970) molto interessante per la parte narrativa e psicologica, ROMANZO POPOLARE (Mario Monicelli, 1974) che riesce ad andare oltre, sviluppando i temi del conflitto tra nord e sud, l'emancipazione femminile e le differenze sociali tra lavoratori e imprenditori.
Ci furono registi che ripresero il tema del viaggio senza avere finalità turistiche o geografico esistenziali: COME UNA ROSA AL NASO (Franco Rossi, 1976), SISTEMO L'AMERICA E TORNO (Nanni Loy, 1974) commedia di feroce denuncia sociale, FINCHE' C'E' GUERRA C'E' SPERANZA (Alberto Sordi, 1974) dove vengono a galla l'ipocrisia occidentale e lo sfruttamento dei Paesi più poveri, forse la miglior pellicola girata dal regista. Vennero trattati anche i viaggi dei poveracci che portavano in giro per il mondo la propria miseria LA VITA DEI BABBUINI (Luigi Magni, 1974) o PERMETTE? ROCCO PAPALEO (Ettore Scola, 1971).
Ci furono registi che trattarono il tema del viaggio nel tempo. Ad esempio Pasquale Festa
Campanile con QUANDO LE DONNE AVEVANO LA CODA (1970) e il suo seguito QUANDO LE DONNE
PERSERO LA CODA (1972), Luigi Magni con NELL'ANNO DEL SIGNORE (1969) che lo consacrò uno
dei migliori registi italiani e con la buona ricostruzione storica STATE BUONI SE POTETE (1983),
Mario Monicelli con IL MARCHESE DEL GRILLO (1981), Sergio Corbucci con IL CONTE TACCHIA (1982).
Alcuni autori si spinsero anche nella commedia giallo-rosa erede de I SOLITI IGNOTI (Mario
Monicelli, 1958) dalla quale nacquero opere come IL COMMISSARIO PEPE (Ettore Scola, 1969),
rappresentazione amara e ironica del finto perbenismo e dell'ipocrisia, DETENUTO IN ATTESA DI
GIUDIZIO (Nanni Loy, 1971) dove per la prima volta vennero denunciati l'arretratezza e
l'inadeguatezza dei sistemi giudiziario e carcerario italiani, il cinico e nero inquisitore dei media IL
MOSTRO (Luigi Zampa, 1977).
Altri puntarono sulla commedia dagli argomenti tabù come Dino Risi: MORDI E FUGGI (1973) in cui
si affronta il tema del terrorismo o nel coraggioso CARO PAPA' (1979) che trova la sua forza non
tanto nel contesto sociale ma nel dramma personale del protagonista.
TRA LA COMMEDIA E IL BOOM DEI GENERI, SI RINNOVA IL CINEMA D'AUTORE
Negli anni '70 contemporaneamente al boom dei generi che piano piano stava terminando e alla commedia all'italiana che assumeva un nuovo volto a causa della società che stava cambiando, s'impose il cinema d'autore dei grandi registi che appariva come l'unico capace di mantenere una propria forma dignitosa. Ai vecchi autori se ne affiancano di nuovi tra cui Fabio Carpi, Luigi Faccini, Sergio Citti, Alberto Bevilaqua, Gianni Amelio, Pupi Avati, Enrico Maria Salerno che esordì con ANONIMO VENEZIANO (1970), un'opera che pur parlando d'amore riuscì a staccarsi dai molteplici film degli anni '70 che trattavano lo stesso argomento.
Redazione
Manifesto 0, 2012
QUALCOSA GIUNGE AL TERMINE: LA COMMEDIA ALL'ITALIANA
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