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DALL'ALTRO LATO DEI TELEFONI

Nella produzione dell'epoca una pellicola che si staccò nettamente dagli altri fu LA CORONA DI FERRO

(Alessandro Blasetti, 1941): a una distanza di circa vent'anni il cinema fantastico ritornò. Il film infatti

fu qualcosa di magico per l'epoca grazie alle scenografie fatate e ai costumi fiabeschi, alla fotografia

caratterizzata da filtri speciali utilizzati nelle scene del bosco per rendere il tutto più fatato e alle

inquadrature in stile miniatura con lo scopo di richiamare l'epoca dei manoscritti cavallereschi. Blasetti

realizzò una fiaba dai tratti barocchi inserendo avventura, prese di potere, lotte tra regni, combattimenti

cappa e spada e l'immancabile elemento magico, senza mai cadere nel banale, riuscendo a intrattenere

un pubblico adulto in modo più che magistrale.

 

Tra i vari prodotti ci furono alcuni che rientravano nel sottofilone della commedia sofisticata piena di

femminismo come ORE 9: LEZIONE DI CHIMICA (Mario Mattoli, 1941) o SECONDA B (Goffredo

Alessandrini, 1934) oppure altri film che appartenevano al filone plain air, che risultò molto più realistico.

Inaugurato da Mario Camerini con FIGARO E LA SUA GRANDE GIORNATA (1931) seguiranno IL CAPPELLO

A TRE PUNTE (1934) e DARO' UN MILIONE (1935) dove tra gli sceneggiatori compare anche Cesare

Zavattini, al suo esordio cinematografico. Il film presenta per la prima volta la coppia Vittorio De Sica Assia Noris, che lavorarono spesso assieme in altri film di Camerini. Dal successo riscontrato molti autori seguirono questa linea tra cui Blasetti, Guido Brignone e Raffaele Matarazzo. Nel contempo nella produzione italiana si scorgono anche esempi di cinema nel cinema come DORA NELSON (Mario Soldati, 1939) che iniziava come un normale telefono bianco, ma poi il comportamento del protagonista dimostrerò che in realtà il film era una denuncia contro gli stessi telefoni bianchi.

 

Viene spontanio pensare che il Neorealismo e la Commedia all'Italiana siano due cose divise, in realtà, in questo periodo furono due facce della stessa medaglia. Nacquero infatti alcuni film che seguivano un tipo di commedia non sense i cui protagonisti erano personaggi ordinari che però venivano in contatto con la vita dei telefoni bianchi (la società per bene) per poi, come morale della storia, tornare al proprio posto. Camerini fu il maestro indiscusso di questo filone: T'AMERO SEMPRE (1943), il cinico e divertente IL SIGNOR MAX (1937), GRANDI MAGAZZINI (1939), CENTOMILA DOLLARI (1940). Alcuni di questi film ricordavano leggermente il surrealismo degli anni '10 (opere di pittura metafisica di Giorgio De Chirico), gli spettacoli di Ettore Petrolini e i romanzi di Pasquale Festa Campanile degli anni '20.

Esempi da ricordare furono BIONDA SOTTOCHIAVE (Camillo Mastrocinque, 1939), CENERENTOLA E IL SIGNOR BONAVENTURA (Sergio Tofano, 1942) e certi film di Carlo Ludovico Bragaglia O LA BORSA O LA VITA (1933), LA SCUOLA DEI TIMIDI (1941) e ANIMALI PAZZI (1939) che vide Totò al suo secondo film e al suo primo successo, l'esordio effettivo infatti avvenne con FERMO CON LE MANI! (Gero Zambuto, 1937) che purtroppo passò inosservato.

Il primo vero capolavoro comico italiano fu IMPUTATO ALZATEVI (Mario Mattoli, 1939) nel quale non ci fu rispetto per nessuno: un'incredibile e tagliente satira sulla società e sulle istituzioni dell'epoca. Figure come Woody Allen, Mel Brooks, David Jerry Zucker hanno attinto molto da questo film per le loro opere.

Redazione

Manifesto 0, 2012

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