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ARCHIVIO STORICO

Editoriale nato dalla collaborazione tra Manifesto 0 e Distribuzioni dal Basso

 

Di seguito le recensioni di alcuni documentari italiani inseriti in un Archivio Storico e distribuiti dalla società indipendente Distribuzioni dal Basso che riportano spaccati della nostra storia.

LE STARDE DI MARZO, 2007 

 

 

Gli anni '70 in Italia, ormai divenuti più mito che leggenda, vengono ricordati come gli anni rivoluzionari che ancora oggi accendono un dibattito sfrenato sul fatto della loro riuscita o meno e delle conseguenze che ne sono derivate. Le droghe leggere e la libertà sessuale, ma anche la volontà di avere tra le mani il potere di decidere e la voglia di mettere in discussione i temi più forti che avevano preso nell'animo i ragazzi dell'epoca. 

Libertà d'espressione e di comportamento, un grande senso della collettività, un vivere in gruppo: per stare soli bisognava impegnarsi. Le manifestazioni, la polizia, lo sfogo delle risse e delle aggressioni, gli spari, i morti, uno scandalo oggi dimenticato, come l'uccisione avvenuta l'11 marzo 1977 di Francesco Lo Russo.   Link to...

MARZO '77: IMMAGINI E SUONI, 2002

 

 

1976: gli studenti occupano gli atenei di Palermo, Napoli, Torino, Roma e Pisa in seguito alla circolare del ministero della Pubblica Istruzione che smantella la Liberalizzazione dei piani di studio in vigore dal '68. Nel 1977 le manifestazioni si estendono nelle università di Bologna, Genova, Bari e Cagliari. Nel febbraio di quell'anno il via a nuove sparatorie, a nuovi feriti, a nuovi scontri tra polizia e studenti, uno di seguito all'altro, tra cortei interrotti e scuole occupate. In tutta Italia i giovani scendono nelle strade per manifestare contro il governo e la corruzione della politica. Link to...

UOMINI E DONNE DELLE BRIGATE ROSSE, 1997

 

 

Anni '90. Il giornalista Bernardo Iovene con il documentario storico “Uomini e Donne delle Brigate Rosse” tenta di affrontare uno dei temi che ancora oggi sono incomprensibili alla massa che li ha vissuti o meno.

Gli anni di piombo, gli anni del terrorismo, del terrore, degli attentati, delle BR, delle manifestazioni, della lotta armata. Tra la tanta confusione c'è chi rinnega, chi incolpa e chi preferisce dimenticare, ma c'è anche chi continua a chiedersi il perché di quei gesti. Nulla di più potente e penetrante se non le dirette testimonianze di chi ha fatto parte di quell'epoca in prima persona e che ancora oggi ha il coraggio di parlare. Link to...

DALLE BELLE CITTA' DATE AL NEMICO, 1995

 

 

Non è il valore militare la caratteristica che raggruppa questi partigiani superstiti, ma bensì la consapevolezza che le proprie idee sono una dote da non dimenticare mai.

Il fascismo torna al potere, inizia l'era di Berlusconi e un'emozione ribolle dentro la sinistra. A Milano il 25 aprile di qualche anno fa avviene una manifestazione: l'aula è piena zeppa di giovani, che cercano di capire cosa sta succedendo e che chiedono cos'era stato il fascismo, ma i compagni più vecchi non sono in grado di spiegare ciò che viene chiesto. Presi da questa impotenza tentano di dare un senso alla giornata e partono per il Marzabotto che colpisce per l'immenso silenzio e fa pensare a quante persone perirono al centro di quegli antichi scontri di cui non esiste documentazione.   Link to...

DI TERRA, DI CUORE, DI TAV, 2014

 

 

“Una scuola di vita e di lotta che abbiamo scelto”. Luca Abbà, appartenente al movimento no-tav, caduto da un traliccio in cui era salito in segno di protesta, è la voce protagonista del documentario “Di Terra, di Cuore, di TAV”. Non è una lotta solo per un treno, ma per altri problemi sociali e ambientali che attanagliano il nostro Paese. E' una battaglia la loro fatta per i terreni in cui vivono e che coltivano con il cuore e con la passione per impedire che la costruzione di una ferrovia per un treno ad alta velocità possa distruggere tutto quello per cui vivono. Link to...

 

 

 

ST. PAULI SIAMO NOI, 2015

 

 

Quante storie di calcio e di politica e rock n roll non sono state fatte tra film di finzione e realtà oltre a libri, canzoni e fumetti. Il motivo però che spinge a vedere l'opera di Maurizio Gibertini è il punto di vista che non si sofferma solo sulle questioni apparenti, ma va oltre, cercando di comprendere e riportare alla luce moti d'identità, d'uguaglianza e condivisione.

 

“Mai più guerra, mai più fascismo, mai più terza divisione”. Con questo slogan d'apertura ci si inoltra alla scoperta dell'origine del simbolo del Sankt Pauli, il teschio sulla bandiera nera da pirata che evoca il temibile Jolly Roger. Una sfilza di punk, fricchettoni, metallari, skin head formano la tifoseria di questa squadra, gente temibile, ma solo all'apparenza, perché affianco a queste persone così particolari nel loro modo di vestire e portare i capelli ecco donne e bambini.  Link to...

YOUNGSTOWN, 2009

 

 

Nel 2008 i giovani sono scesi nelle piazze e nelle strade, hanno occupato, dimostrando di volere libertà, democrazia e diritti. In tutta Italia, da Roma a Venezia a Milano, un'onda anomala che fa sentire la propria voce. Le proteste, per quanto grosse e sentite, non hanno impedito di rovinare il futuro scolastico dei giovani italiani, ma rimane l'importanza di far sentire la propria voce in quanto emerge la democrazia che il governo e il ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini hanno tentato di sopperire. Si evidenzia così la volontà del non confronto, l'alzata dei muri da parte del governo che rifiuta un dialogo per migliorare le cose. Link to...

AMPOLLINO RAP, 1994

 

 

Agosto 1994. Il festival di Ampollino assume il ruolo della Woodstock all'italiana. Una marea di giovani che ballano e cantano su note e ritmi rap, raggae e hip hop. Cantanti e gruppi di tutti i tipi provenienti da varie parti d'Italia, alcuni dei quali saranno negli anni a venire una garanzia del genere, idolatrati e seguiti dalla massa giovanile fine anni '90-inizio 2000. Dagli Africa Unite ai Sud Sound System, dai 99 posse a Militant P. Suoni, battiti e influenze di una cultura antagonista che urlava a nuovi ideali come la fratellanza.

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RIVOLTA, 2013

 

 

Dei giovani, non ancora maggiorenni, decisero di fare politica. Il perché di questa scelta? Erano incoscienti, avevano dentro un grande impeto e correvano gli anni '70.

 

Parlare oggi di questa continuità storica e ideologica che derivava dalla resistenza è necessario per le nuove generazioni. Erano tempi quelli dove nell'aria c'era l'odore della precarietà e i giovani avevano percepito un futuro poco sicuro. Lo scontro era diventato quasi quotidiano e il movimento di massa era ingestibile: tutti partecipavano alle occupazioni e alle assemblee.

Un fermento ideologico e politico che diventava festa quando la speranza di cambiare le cose viveva negli animi di questi ragazzi.  Link to...

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